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Le nostre sette principesse

Quando il low cost costa caro

 

tragedia-erasmus-spagna-620x353Lo scambio interculturale tra studenti è uno degli aspetti più positivi dell’Europa odierna, concede la possibilità di misurarsi con altre culture e altri stili di vita.
Se però l’UE lascia grande libertà sotto questo punto di vista, dispone anche determinate regole per quanto riguarda i trasporti, che abitualmente con il discorso-Erasmus c’entrano poco, ma sono di grande importanza per analizzare la tragedia dell’incidente che ha coinvolto un pullman causando la morte di sette ragazze italiane e sei straniere in Spagna.
Si dispongono tempi di viaggio massimi, pause per i conducenti, controlli dei veicoli, eppure situazioni tragiche come quella di domenica non si riescono ad evitare.
Le norme vengono però spesso aggirate in favore di un costo minore perdendo di vista la sicurezza, l’aspetto veramente importante dei viaggi, soprattutto stradali. Un aspetto di cui l’Europa, non solo in questo campo, dovrà dare priorità.

Francesco Manzi, marzo 2016 – © Mozzafiato

 “Tu: Figlio, prima di tutto”

Dolore«Mi dispiace, mi sono addormentato», in quel momento in cui il conducente spagnolo di 63 anni chiudeva gli occhi per un istante, quelle 13 studentesse (provenienti da tutto il mondo) i loro occhi li hanno dovuti chiudere per sempre. 
E, con essi, i loro sogni. Queste ragazze non avranno mai fra le proprie mani la loro tanto ambita laurea, per la quale avevano deciso di fare sacrifici, allontanandosi dalla propria terra, dalla propria famiglia, per andare in un paese straniero ad accrescere la loro cultura.
A queste giovani donne, per un colpo di sonno, non è più stato concesso di crescere e di diventare madri: loro, che ci guardano dal cielo ignare, ora, non sapranno mai il dolore contro natura che può provare un genitore quando si vede costretto a seppellire il proprio figlio.
Quando si vede costretto a fare i conti con una rassegnazione che non giungerà mai ai loro cuori. In un momento in cui la fede sembra poter essere l’unica ancora di salvezza, davanti a quella struggente impotenza di non poter reagire. Solo chi ha perso un figlio può essere vicino a questigenitori/vittime: perché sono loro le vere vittime di questa strage. Solo chi ha provato un dolore del genere può sapere cosa significhi svegliarsi ogni giorno, vedere come tutto continua, e dover vivere… dover vivere quegli anni che il loro figlio non avrà più indietro.
“In cielo cerco il tuo felice volto,
Ed i miei occhi in me null’altro vedano
Quando anch’essi vorrà chiudere Iddio…”
                                                 Giuseppe Ungaretti “Giorno per giorno”
 

Marianne Perez Lopez, marzo 2016 – © Mozzafiato

Non solo cinture di sicurezza

Dolore17Il nostro premier Matteo Renzi si è recato repentinamente a Tarragona, per mostrare cordoglio alle famiglie delle vittime della tragedia del bus avvenuta in Spagna.
“Ho portato loro l’affetto dell’Italia” ha dichiarato.
Questo incidente è costato la vita a 13 studentesse universitarie della regione, sette delle quali italiane.
Tante sono le persone che hanno mostrato solidarietà verso le vittime coinvolte.
La cosa che fa più male è che a farne le spese sono state delle ragazze che stavano intraprendendo un’esperienza formativa senza eguali, che solo chi ha passato sa raccontare.
Per conseguire e vivere un’importante sinergia culturale bisogna viaggiare e per arrivare, qualunque sia la destinazione, è fondamentale il livello massimo della sicurezza.
E tutto dovrebbe partire dal quotidiano. Nonostante le tragedie.

Davide Garasi, marzo 2016 – © Mozzafiato

Ufficio Stampa