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Algocrazia

Hai bisogno di un mutuo o più semplicemente di un pagamento rateale? Sei anche disposto ad accettare le clausole capestro e a pagare le insulse commissioni?  Benissimo, dice sempre il responsabile finanziario di turno, si accomodi, mi dia i dati e se il programma dà l’ok nessun problema! Ma che informazioni cerca/prende il programma a partire dai dati personali? Mistero dell’algoritmo; c’è da scommettere non solo quelli di natura finanziaria/patrimoniale.

C’era una volta l’istruttoria di fido (che forse qualcuno chiama ancora così, ma è ormai tutt’altra cosa), che puntava ad accertare che il soggetto non fosse (stato) un cattivo pagatore, un fallito, un protestato e che avesse una minima solidità patrimoniale e/o lavorativa; c’erano poi la garanzie reali e personali spesso richieste; e già sembrava troppo, un eccesso di ingerenza e di esigenza.  Ora tutto ciò è rimasto, e in più sicuramente il programma indaga anche nella vita privata, nei contatti social, nei gusti e nelle preferenze, nelle appartenenze politico-sociali e così via.

C’era poi l’ultima parola del direttore di banca, che, in base alla sua professionalità ed esperienza, poteva ribaltare il merito di credito espresso dagli indicatori oggettivi. Queste erano le sue funzioni e le sue abilità peculiari.  Al netto di corruzioni, nepotismi o clientelismi (comunque per definizione marginali e sporadici) era questa la principale garanzia di cui godevano molti risparmiatori ed imprenditori onesti, meritevoli e talentuosi. Ora anche se volesse non può: se la macchina dice no è no definitivo; salvo forse che per situazioni speciali/protette.   Ovviamente vale anche al contrario, l’algoritmo può dire sì quando qualunque direttore di buon senso avrebbe detto no. Risultato? Affidamenti spesso molto meno affidabili di prima, migliori penalizzati e peggiori premiati, bilanci gonfi di crediti in sofferenza, liquidità che non circola, dissesto in avvicinamento per la banche, che tanto poi vengono salvate con la mano pubblica e i soldi dei cittadini.

A ben guardare l’algoritmo, quando è costruito bene, senza frodi, inganni, sotterfugi o mala fede, è la versione moderna della burocrazia, anch’essa nata per garantire imparzialità, efficienza ed efficacia e finita col promuovere una selezione avversa, oltre che lentezze snervanti, lungaggini bibliche e arzigogoli bizantini.

Ragionamenti/handicaps analoghi valgono per la ricerca di un lavoro, per la scelta di una casa e così via…e ormai pure per la ricerca/scelta di un partner!

Ma chi ha programmato il programma? Questo poi si sviluppa ed apprende da solo? In che modo? In che direzione?Mistero della fede; nella rete, nei suoi meandri e nei suoi padroni.

Il Conte, gennaio 2022 – © Mozzafiato 

Ufficio Stampa