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Un bicchiere d’acqua

“Proprio ieri ricordavo questo aneddoto ad una mia cara paziente, venuta da me perché si sente bloccata; si porta nel cuore tanti eventi negativi, lutti, incidenti, malattie, per i quali prova ancora lo stesso dolore originario, nonostante i tanti anni passati.
Uno psicologo, in una seduta di gruppo, ha alzato un bicchiere d’acqua.
Tutti si aspettavano la tipica domanda:
“È mezzo pieno o mezzo vuoto?”
Tuttavia, ha chiesto:
“Quanto pesa questo bicchiere?”
Le risposte variavano tra 200 e 250 grammi.
Lo psicologo ha risposto:
“Il peso assoluto non è importante.
Dipende da quanto tempo lo tengo.
Se lo tengo per un minuto, non è un problema.
Se lo tengo per un’ora, mi farà male il braccio.
Se lo tengo un giorno il mio braccio diventerà insensibile e paralizzato.
Il peso del bicchiere non cambia, è sempre lo stesso. Ma più a lungo lo tengo, più pesante e difficile da sopportare diventa”.
E ha proseguito:
“Le preoccupazioni, i pensieri negativi, i rancori, il risentimento, sono come un bicchiere d’acqua.
Se ci pensi per un po’, non succede nulla.
Se ci pensi tutto il giorno, iniziano a far male, e se ci pensi per tutta la settimana, finirai per sentirti paralizzato e incapace di fare nulla”.
Immaginiamo per mesi… anni; ecco l’importanza di elaborare un lutto, un dolore, un trauma; perché non arrivino a paralizzarci totalmente.

Agnese Scappini – Psicologa del lavoro, agosto 2021 – © Mozzafiato

Immagine copertina del libro “Diario di un pesce in quarantena” dell’illustratrice Chiara Pili.

Ufficio Stampa