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Il sottosopra, o il soprasotto

Eccoci arrivati al terzo nostro incontro della rubrica rieLABorARTE.

Al centro dell’attenzione la mostra AS ABOVE, SO BELOW, la nuova esposizione presso la Galleria d’Arte Moderna (GAM) di Milano.

Il percorso espositivo, come si evince dal sito della GAM, riunisce un corpus di circa 25 immagini tra stampe fotografiche su carta, una stampa su gesso e due sculture provenienti dal deposito sculture della GAM di Milano.

La mia rielaborazione:

La personale rielaborazione verte sullo stesso concetto ed obiettivo della mostra, ovvero dare (una nuova?) vita a ciò che era ma è ora (ancora) vivo, attuale.

Questa nuova vita è come una luce che irradia ed espande e fuga le ombre, pur presenti.

Ciò che depositiamo nella nostra memoria, nella nostra interiorità, nel magazzino della nostra esperienza di vita e negli anfratti della nostra coscienza è ancora lì, resta a noi “tirarlo fuori”, rispolverarlo, con il rispetto dovuto e con l’intento di dargli una nuova connotazione, dignità ritrovata e aggiornata, affinché non sia un mero esercizio privo di sostanza.

Giocando con le viste prospettiche delle foto realizzate e con gli oggetti colti in un attimo specifico, fondamentale propongo ai nostri lettori, ma a tutti, di osservare con attenzione questa mostra che vi riserverà delle sorprese!

Versione originale, non rielaborata

Tratto dal sito ufficiale della GAM Milano:

“I depositi sono luoghi di grande fascino, normalmente non visitabili, perché deputati alla conservazione e allo studio delle opere per necessità scientifiche. Alla vigilia del riallestimento dei depositi, la Galleria d’Arte Moderna di Milano affida a Elisa Sighicelli il compito di raccontare un mondo nascosto prossimo alla scomparsa, abitato da circa 800 oggetti scultorei: una popolazione di gessi, bronzi, marmi, cere, corpi mutilati, languide figure femminili, epigrafi, condottieri e cimeli funerari che, a insaputa del visitatore del museo, abitano i sotterranei in attesa di ritrovare una più funzionale collocazione ai piani superiori.

Da questo binomio nasce il titolo della mostra: As Above, So Below che riflette il concetto di rispecchiamento tra il comportamento umano e quello suggerito dalle sculture, ma anche il riconoscimento della corrispondenza tra un ordine superiore e una diversa dimensione sotterranea.

Alla base di questo lavoro il rapporto tra fotografia e oggetto, tra immagine e reale, tra scultura e umanità. L’artista sceglie infatti di misurarsi con il deposito indagando le potenzialità espressive di opere singole o in gruppo, rivelando in accostamenti casuali interessanti relazioni formali e dialoghi silenziosi.

Elementi come la polvere, i cartellini per l’inventariazione, il pluriball a protezione dei corpi, le mutilazioni e la decontestualizzazione dei gruppi scultorei, diventano nodi cruciali di una sceneggiatura spontanea attivata dallo sguardo dell’artista sulle sculture. Una statua che sussurra all’orecchio di un’altra, uno sguardo di sbieco che pare incrociare gli occhi di un compagno, un contatto ravvicinato che suggerisce un incontro amoroso, ma forse anche altro.”

Dialoghi silenziosi. È sempre il tempo la variabile determinante, attraverso la quale esercitiamo un’indagine volta a noi stessi.

Le opere d’arte sono uno strumento che spesso ci aiuta a rivolgere a noi stessi dialoghi e riflessioni. Siamo noi a cambiare noi stessi tramite ciò che ci suscita e ci sprona a farlo.

Dario Mannu, maggio 2022 – © Mozzafiato

 

Ufficio Stampa