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Per un’ora d’amore

Io per un’ora d’amore non credo che venderei il cuore, cioè, dopo muori.
Ecco, forse per un’ora d’amore potrei rinunciare ad un birrino fresco e spumeggiante al pub con gli amici, però in realtà anche loro sono amore, quindi boh, a cosa potrei rinunciare?
Un piatto di lasagne fatte in casa da mia madre? No. Sarei un pazzo, con un senso fastidioso di grande fame tra l’altro.
È difficile rinunciare a qualcosa per un’ inutile e canaglia ora d’amore, cioè, mi chiedo se sono messo così male, perché poi io sto bene anche così, senza la mia ora d’amore, magari vado a farmi una passeggiata e passa tutto, oppure guardo un film di Woody Allen, leggo Ungaretti, o mi diverto a divertirmi cercando di capire perché i neo cosiddetti poeti, dicono sempre tutti le stesse cose, loro per un’ora d’amore credo che rinuncerebbero anche ai like su Facebook (ma non ci giurerei).
Un’ora d’amore hai detto?
Mah, forse potrei rinunciare alla mia maglietta preferita, alla pizza margherita, al ricordo bellissimo di una vecchia gita, agli occhiali da sole, al cantare insieme una canzone, alle pozzanghere dopo un acquazzone, forse potrei rinunciare a mille cose, a credermi vero tra tante menzogne, a ricostruire una strada interrotta, alle ciabatte fatte a mano da quella ragazza bionda che ricamava sulla spiaggia, forse potrei rinunciare a condividere carezze, cercare i chiaroscuro nelle incertezze, potrei dilungarmi per mille ore, ma credetemi, lo scrivo sul cuore, io non rinuncerei a nulla per una insignificante, misera ora d’amore.
Che poi se vendo il cuore, ditemi (a parte morire davvero) che senso avrebbe un’ora d’amore.
Elemosinare? Anche no.

Ps: Non me ne vogliano i Matia Bazar, io resto sempre umile (sono sicuro che adesso, molti di voi la stanno canticchiando)

Gianluca Nadalini, settembre 2019 – © Mozzafiato

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