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Il prosieguo del Natale

La Festività di Santo Stefano è il prosieguo del giorno di Natale, quasi come se volessimo continuare a festeggiare questo giorno così importante per la nostra storia di cristiani.

Quasi volessimo continuare a vivere contanto sacro e immortale giorno, sentire ancora le strenne natalizie, osservare i regali ricevuti, illuderci che la magia del Natale continui ancora e ancora.

Il 26 dicembre si celebra Santo Stefano, il primo martire cristiano. Lui fu accusato di blasfemia dal sinedrio e condannato alla lapidazione. Uno dei suoi principali inquisitori fu Saulo di Tarso, che poi diventerà San Paolo.

Quasi una “contradictio in terminis”, perché il primo martire cristiano è stato eliminato da chi poi ne diventerà una delle voci più autorevoli della stessa religione.

In questa giornata di Santo Stefano, con mia sorella Vera, abbiamo passeggiato nelle vicinanze dell’abitazione materna e  ho voluto accompagnarla a visitare la Cascina Linterno, un’antica grangia del contado milanese di cui si hanno notizie documentate a partire dal XII secolo. Una radicata tradizione indica Cascina Linterno come la probabile località nella quale il poeta Francesco Petrarca amava trascorrere il periodo estivo nel lungo soggiorno (1353-1361) nella Milano dei Visconti.

In questa Cascina milanese c’è una minuscola chiesetta. Qui si ricorda  don Giuseppe Gervasini – El Pret de Ratanà, un personaggio che ha lasciato un segno, tuttora vivo, nella storia di Milano di un secolo fa. Un personaggio con il suo fascino, il suo mistero, scomodo per un clero rigido e severo. El Pret de Ratanà fu originale come uomo, solitario, lontano dalla disciplina imposta dalla Chiesa, ma rivolto sempre verso la gente, burbero, sempre disposto ad aiutare, intransigente, personaggio che la fantasia popolare ha dipinto di un ché di magico ed invece la Chiesa ha dapprima allontanato e poi riaccolto a furor di popolo. Dal 1926 al 1941, trascorse gli ultimi anni della sua straordinaria vita terrena nella “villetta dei miracoli”, a poca distanza Cascina Linterno, al civico 182 di Via F.lli Zoia, dove ogni giorno riceveva e guariva le tantissime persone che si recavano da lui.

Lì in quella chiesetta di periferia, mia sorella ed io eravamo completamente da soli. Ci siamo seduti per una breve preghiera. In quei minuti di silenzio e di meditazione, ho percepito la vera bellezza del Natale e di come il suo prosieguo non può essere solo un giorno del calendario o una nuova festività da celebrare, ma un diverso atteggiamento quotidiano nei confronti della Vita.

Appena uscito da questo piccolo e affascinante luogo, mi giunge un messaggio. Pensavo fossero le solite animazioni di Natale, tipo le renne veloci con il suo barbuto conduttore.

Invece, guardo ed è una poesia. Una poesia che mi conferma, quanto avevo intuito pochi minuti prima all’interno della chiesetta.

Eccola:

Buon Natale.

Baldassarre Aufiero, dicembre 2022 –  @Mozzafiato

 

Ufficio Stampa