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Esclusivo…ma per tanti.

Una volta di posti che venivano definiti esclusivi ce ne erano pochi e non erano assolutamente per tutti. Ora siamo circondati in ogni dove da locali, ristoranti, bar, palestre, circoli, club ,che fanno credere ai tanti di esserlo.

Infatti ormai da almeno un paio di decenni, il trend della ricerca e conseguente diffusione di posti che si presentano come esclusivi non conosce più limiti e tantomeno “pudore”, un fenomeno cominciato ovviamente nelle città e località di villeggiatura più sofisticate per poi diffondersi a macchia di leopardo, praticamente quasi in ogni area del nostro territorio nazionale.
È ragionevole pensare che durante i weekend di questa quasi normale estate, senza l’incubo delle restrizioni, siano in molti che escano di casa solo dopo aver comunicato via social urbi et orbi “stasera abbiamo prenotato un posto (o un tavolo) esclusivo”.

Dopotutto chi fa business in questi settori fa solo il suo mestiere poiché non fa altro che proporre quello che la gente cerca, ovvero l’illusione di poter accedere all’esclusività, che quando diventa per tanti non lo è più per definizione.

Ormai basta rinnovare un locale con un arredamento dalla parvenza trendy, mettere della lounge music e qualche bottiglia di Dom Perignon vuota sui mobili, attirare della clientela “che se la tira” ed alzare in maniera sproporzionata i prezzi rispetto alla qualità offerta per dare una immagine di pseudo esclusività che tanto piace e stimola il nostro ego.

Il cosiddetto “godimento di un diritto da cui ogni altro è escluso” è sempre stata una pratica opinabile per molti e pure immorale per altri, ma quando si riduce ad una ingannevole illusione diventa semplicemente espressione di imbecillità.

E qualcuno potrebbe dire “Ma chi se ne frega ? Basta girare al larga” .

Purtroppo non è così semplice poiché questa inesauribile tendenza ha un impatto su tutti noi che necessitiamo di una vita sociale, drogando sempre di più l’offerta a discapito della semplicità e serietà dei posti di una volta, che è sempre più difficile trovare.
Investire in un’attività di ristorazione od intrattenimento “stimolando” lo status symbol e conseguentemente anche il profilo FB dei potenziali clienti, sta diventando sempre più semplice e redditizio rispetto a sviluppare un progetto improntato alla qualità e serietà dell’offerta.

Qualcun altro potrebbe osservare “che questa è l’inesorabile evoluzione della modernità” mentre a mio avviso è invece una inarrestabile regressione della nostra intelligenza poiché prediligere l’immagine alla qualità è solo espressione di stupidità.

E sicuramente questo non ci porterà lontano, soprattutto in questi tempi cupi in cui le turbolenze geopolitiche con la conseguente devastante speculazione economica non preannunciano tempi facili.
Facciamoci più furbi finché siamo ancora in tempo. Non sarà facile finché perseveriamo nel credere ingenuamente che possa sempre esistere un low cost per tutto insieme ad una esclusività per tutti e che per mangiare “giapponese” si debba andare in un “all you can eat” con location alla moda.

Stefano Lorenzo Colombo, agosto 2022 – © Mozzafiato

 

Ufficio Stampa