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Distanti dal fare

L’azione è necessaria, ma senza la riflessione perde di efficacia.

Il riposo diventa la pausa necessaria per ritrovare il senso, che spesso l’agir furioso ci nega.

Anzi, negando entrambi, avvilisce l’uomo. C’è bisogno della stasi per poter ragionare sull’essere.

 

Non sono più i tempi di Eric From quando l’alternativa all’essere era l’avere. Oggi abbiamo tutto e non siamo più felici, anzi spesso molto meno di quando non avevamo.

Oggi la sfida all’essere, al capire chi sono e perché sono qui, è l’azione: l’agitarsi scomposto ed efficace che produce cose, non significato, e quindi si allontana dalla verità.

È nella quiete del riposo, un apparente ozio, tale solo come paradossale negazione di nec-otium, che in realtà troviamo quel tempo e quel filo che ci portano dentro di noi per dire a noi stessi la parola che squadra l’animo nostro, che rivela me a me stesso, grazie al confronto con Lui.
È di Maria che abbiamo bisogno ogni tanto, lasciamo a Marta il servizio compulsivo per qualche ora, per incontrare quell’amico che spesso trascuriamo, persino tradiamo: me stesso.

Ma abbiamo ancora la capacità di riflettere o addirittura di pregare?

Paolo Pugni, agosto 2022 – © Mozzafiato 

Foto di Baldassarre Aufiero – Riproduzione riservata

Ufficio Stampa