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Cin Cin

Siamo al termine di questo 2020, che volenti o nolenti, ci ha obbligati a guardarci dentro.

Ci ha obbligati a far i conti con noi stessi, a conoscere la solitudine e la convivenza forzata.

Ci ha obbligati a fermarci e riflettere.

E visto che siamo al termine di un altro anno, dell’anno che senza dubbio è stato il peggiore del nuovo millennio, quale momento migliore per riflettere e per decidere cosa lasciarci alle spalle?

Che poi ha senso lasciarsi alle spalle ciò che ci ha fatto male? Non sarebbe forse meglio portarlo con sé?

C’è chi è abituato a cancellare, dimenticare, lasciare indietro ciò che non gli è piaciuto. E con un brindisi iniziare il nuovo anno, con una spinta nuova, con la stessa spinta con la quale si viene al mondo e non si ha ancora un passato. Ma solo voglia di vivere avventure nuove. Leggero.

C’è chi, invece, a buttare qualunque cosa, proprio non ce la fa. E allora si porta nel nuovo anno tutto quello che è avvenuto in quello precedente, bello o brutto che sia. Si porta il peso degli avvenimenti passati e ne risente durante tutto il cammino. Con un macigno sulle spalle che pesa ma che garantisce conoscenza, esperienza e capacità di affrontare ogni ostacolo che gli si pone davanti.

Quale sia la scelta giusta non ci è dato saperlo, ma sappiamo che dal passato possiamo imparare, possiamo essere capaci di dimenticare le cose negative, facendone allo stesso tempo tesoro.

Far sì che nel nuovo anno, davanti agli stessi problemi avremo la capacità di agire con un’alternativa, con un bagaglio di esperienza tale da sapere affrontare in maniera più consapevole gli avvenimenti e le persone.

E in tal modo non avremo buttato via niente, neanche il tempo, che ci sarà servito per crescere.

Perché ogni avventura ci insegna qualcosa, ogni accadimento, seppur negativo, ci ricorda che ci sono le cose belle, che vanno apprezzate quando le si hanno.

E non è una frase fatta. Sono sicura che c’è stato almeno un momento durante questi mesi, in cui vi siete fermati e avete pensato: “Però! A me questo basta, perché in fin dei conti questo è la felicità”.

E magari stavate pensando solo a una cena con gli amici, a un caffè dopo pranzo con la mamma, a giocare a palla con vostro figlio, a un weekend a Parigi camminando lungo la Senna.

Forse il 2020 voleva insegnarci proprio questo: a non buttare via nulla, a non cancellare (perché a volte cancellare non è possibile), e ad arricchirci delle esperienze vissute, tenerle con sé.

Ma, soprattutto, ci ricorda che l’essenziale lo abbiamo davanti agli occhi, come insegnava Antoine de Saint-Exupéry, dobbiamo solo imparare a vederlo col cuore.

E allora, per il 2021, quale augurio migliore che imparare a vedere col cuore?

2021 ti aspettiamo, con una corazza nuova: il 2020 che abbiamo vissuto.

Da parte di tutto lo staff di Mozzafiato, sparpagliato per l’Italia e per il mondo, l’augurio è che il 2021 vi porti ciò che per voi è felicità.

#cheers a tutti.

Giulia Buratti, dicembre 2020 – © Mozzafiato

Ufficio Stampa