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ANDREA BOCELLI:QUANDO L’OFFESA E’ LECITA…PER I SOLITI.

Ho assistito incredulo al massacro di cui è stato fatto oggetto il cantante Andrea Bocelli, che ha “osato” esprimersi sulle misure adottate dal governo contro la diffusione dei contagi, a suo dire, eccessive e lesive delle libertà personali, lui, uscito indenne dal Covid e donatore del suo plasma per favorire altre guarigioni e Presidente di una Fondazione filantropica.

Bocelli è un artista, ma anche un cittadino che, come tutti, ha il sacrosanto diritto di dire la sua, senza offendere nessuno; se lo avesse fatto da un palco, davanti ad un pubblico pagante, come qualcuno in passato ha fatto sguaiatamente (“Aprite i portiiii!”, ricordate?), usurpando una funzione che non può essere usata in quel momento ed in quel contesto, avrebbe sbagliato, perché un cantante deve solo esibirsi in un concerto, non gli è richiesto di esternare le sue posizioni politiche o ideologiche, che potrebbero scontentare una parte del pubblico, ma Bocelli ha parlato in veste di libero cittadino.

Si può essere d’accordo o meno sulle opinioni del cantante, ma quello che non si può né si deve tollerare è la cattiveria con cui il cantante è stato attaccato vigliaccamente addirittura sul piano doloroso della sua ben nota menomazione fisica. Questo massacro è inaccettabile, punto e basta e non ci possono essere delle giustificazioni, di nessun tipo, a chi lo ha incivilmente offeso ed accusato di avere vissuto il periodo di confinamento in una villa, frutto del suo lavoro, come se questo costituisse un crimine (ops, ora che ci penso, in Italia lo è, per qualcuno…).

Su qualche bacheca ho addirittura letto da parte di più persone, delle riflessioni che giudico estremamente pericolose, oltre che ottuse, riflessioni che possiamo riassumere così: “Bocelli è un cantante, non un medico, quindi non può parlare di virus”.
Ogni forma di totalitarismo, politico, culturale, ideologico, si basa proprio sul concetto dell’esclusione di chi non si reputa all’altezza di esprimere una qualsiasi idea non allineata a quello che si deve pensare.

Con questa logica, un cantante potrà parlare solo di gorgheggi e di vocalità, ma, con lo stesso metro, guai se qualcuno, appartenente ad un altro mondo professionale, gli farà notare che la sua voce era appannata o quella nota non era abbastanza rotonda.

Se ognuno di noi dovesse parlare solo dei temi inerenti alla propria professione, il diritto ad avere un’opinione sarebbe molto ridotto. Certo, se Bocelli avesse preteso di addentrarsi in discussioni sulla bontà di questa o quella cura, avrebbe giustamente rischiato un’accusa di abuso della professione medica, ma, dati alla mano, forniti da illustri dottori come il Professor Zangrillo, ha semplicemente detto quello che molti, anzi, moltissimi, oggi pensano, senza per questo negare l’esistenza del virus.

Le tanto vituperate reginette di Miss America avevano sempre capito tutto fin dall’inizio: se vuoi piacere al pubblico, a tutto il pubblico, indistintamente, devi solo parlare di pace nel mondo.
Non costa assolutamente nulla, non devi fare nulla e fai contenti tutti (modalità sarcasmo attivata).

Stefano Burbi, Compositore e Direttore d’Orchestra, luglio 2020 – © Mozzafiato

Ufficio Stampa