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Il conto degli ultimi

Ultimo è un uomo, una persona che, con dedizione e professionalità, ha servito lo Stato.

Ultimo ha una divisa, ma ormai è più a suo agio con un passamontagna.

Ultimo ha ispirato un film, ma lui è un morto vivente. La criminalità organizzata ha promesso di ucciderlo e lui sa che non sono promesse vane.

Saviano è un meridionale che, un po’ ispirandosi ad articoli di giornalisti perbene (sentenza passata in giudicato) e un po’ scrivendo col cuore, ha simpaticamente gettato letame su tutto il Sud. Certo, è vero che esiste la criminalità organizzata, ma a Scampia ci sono anche tante brave persone . Saviano però non ci risulta aver versato un euro per aiutare i tanti soggetti (palestre e centri scolastici) che stanno in prima linea proprio in quei luoghi che lui ha stigmatizzato.  Guai a chiedere a Saviano dei presunti guadagni milionari in Tv, guai a dirgli che non è l’eroe della trasparenza che vuole impersonare,al massimo ti blocca sui social.

Bene.

Ultimo e Saviano sono entrambi sotto scorta. Purtroppo però è il momento di risparmiare e a chi togliamo la scorta? A Ultimo.

Si perché uno che ha combattuto davvero pure se crepa come un cane, beh, forse se l’è cercata.

A Saviano vittima autoproclamata non si può levare la scorta. Perché? Perché passeremmo per un Paese Fascista, che vuole la morte di uno dei più apprezzati oratori dei salotti radical chic, uno pronto a difendere gli sbarchi selvaggi senza dare un euro per le missioni in Africa.

Saviano, a differenza di Ultimo, la scorta se la potrebbe pagare e invece no,la pretende.

Ultimo guarda la morte ogni giorno, ma forse, la fine di un uomo in divisa non è cosa si cui preoccuparsi.

Arianna Versaci, gennaio 2020 – © Mozzafiato

Ufficio Stampa