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Prova costume

A giugno, puntuale come la peste nel Medioevo, ecco riesplodere la sindrome della prova costume.

Dopo mesi trascorsi a mangiare allegramente ogni ben di Dio, ben coperte da maglioni avvolgenti e gonnelle a ruote, ecco che noi donne entriamo in panico.

Improvvisamente le vetrine dei negozi si riempiono di manichini che indossano bikini striminziti, la televisione ci bombarda di immagini di modelle al mare e noi ci sentiamo improvvisamente grasse ed inadeguate.

A quel punto, dopo i primi giorni di sconforto, chiamate a raccolta le amiche, scatta la guerra lampo contro il grasso in eccesso. Come organizzazioni carbonare, ci ritroviamo in casa dell’una o dell’altra a confrontare le diete di cui, negli anni abbiamo fatto ricca collezione.

Le più impavide si iscrivono in palestra e corrono sui tapies roulant come criceti dopati.

La palestra è però il luogo della vera umiliazione, perché negli spogliatoi appare, inevitabilmente, la fanciulla  alta e magra che ti sorride con aria accondiscendente e, valutati i tuoi rotolini di grasso, afferma con faccia da schiaffi “vabbè, ci sono tanti costumi interi eppoi hai sempre un bel viso” che tradotto in italiano significa: la tua faccia si salva, ma al mare è meglio che ti metti il burka” .

Poche resistono a questo schiaffo morale e allora le strade sono due: correre a consolarsi in pasticceria (casualmente ne esiste sempre una vicino ad ogni palestra) o telefonare al chirurgo plastico per una liposuzione integrale.

Una mia conoscente è caduta nelle mani di un medico senza scrupoli e, a furia di aspirare grasso, si è trasformata da bella donna grassa e tubo informe, una sorta di scaldabagno vecchio modello.

Fortunatamente arriva il tempo di andare al mare e lì, anche le più tristi, scoprono che la maggior parte degli esseri umani non ha il corpo da modella di intimo. In spiaggia o in piscina siamo tutti belli nelle nostre forme imperfette ed è allora che ci sentiamo veramente felici. Grassi, magri, bassi o spilungoni, ci ritroviamo al chioschetto più vicino a mangiare un bel gelato,  finalmente in pace con la nostra cellulite….almeno fino al prossimo anno!

Arianna Versaci, maggio 2019 – © Mozzafiato

 

Ufficio Stampa