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Il dono

Carrara, un operaio, un lavoratore come tanti, tra quasi un anno, finalmente, andrà in pensione.
Tuttavia, ha fatto i conti senza l’Oste, perché , a causa di una malattia, non è più in grado di lavorare alla Omya (colosso dei granulati) e dovrà rimanere a casa in malattia, senza tagliare quel traguardo tanto sognato.
Lui è disperato e l’Oste non fa sconti….ma ecco che accorre una Fata Buona, la Solidarietà.
Si si, proprio lei, quella che credevamo scomparsa, è arrivata in soccorso del nostro pensionando.
Gli altri operai, quelli con i quali ha condiviso ore ed ore di fatica, ai quali probabilmente ha confidato i progetti, i problemi ed i pensieri di una vita, hanno deciso di aiutarlo. Con una negoziazione seguita dai sindacati, ognuno dei suoi colleghi ha ceduto, a titolo totalmente gratuito, qualche giorno delle proprie ferie, al collega meno fortunato e gli ha permesso di concludere il proprio percorso lavorativo. In una società in cui non conosciamo neanche la faccia degli altri condomini, questa notizia desta scalpore e , diciamocelo pure, speranza. 
La riscoperta della gratuità del dare,  l’idea che aiutare il prossimo sia, nonostante tutto, un gesto naturale e spontaneo, ci fa sentire tutti meno soli.
Prendiamo spunto da questa vicenda ed iniziamo a riscoprire i piccoli gesti che riempiono il cuore: sorridere alla collega,  dare una pacca sula spalla, offrirsi di spiegare un servizio al neoassunto…scambiarsi gli auguri a Natale.
Se cominciamo ad uscire dall’idea che “ognuno deve badare solo a se stesso”, possiamo scoprire che anche portare i pacchi della spesa alla condomina più anziana, ci rende persone migliori.
Personalmente, dopo aver aiutato una collega a terminare un lavoro piuttosto impegnativo, ho ricevuto in dono una bella fetta di torta e, alla faccia della dieta, mi sento più bella.

Arianna Versaci, maggio 2019 – © Mozzafiato 

Ufficio Stampa