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Non c’è niente da festeggiare

Non c’è niente da festeggiare, tanto meno con # e varie, su di un uomo per cui il giudizio divino peserà più di quello umano.

Non c’è proprio nulla da dire. Non è un uomo in più o in meno a rendere lieve il peso della terra: è solo diventato il capro espiatorio della nostra coscienza, senza privarlo delle responsabilità di cui è stato attore.

È la mentalità mafiosa, corrotta e omertosa che serpeggia nella coscienza italica, che protegge il branco, il figlio o il marito esonerandoli dalle responsabilità, qualsiasi esse siano. È la coscienza di branco ad essere mafiosa, non l’uomo singolo, e si nasconde ovunque, anche se non uccide.Il tutto alimentato da uno stato assente che non garantisce più risposte.


È la cultura, un’immensa cultura, l’unica cosa che ci salverà dal sistema. Perché non è un uomo, è il sistema mafia, ed è nei piccoli atti quotidiani dell’italiano medio.

Eugenia Toni, novembre 2017 – © Mozzafiato

“La mafia sarà vinta da un esercito di maestre elementari” ( Gesualdo Bufalino – 1962)

 

Ufficio Stampa