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Politicalciando

VOTI E PALLONI

 

Parlar di politica è come parlar di calcio, almeno in Italia: si elogia incondizionatamente la propria parte, si difendono le parti amiche, si attaccano quelle avverse.piccola-differenza-fra-calcio-e-politica-L-1

Ogni tanto ci si ritrova forzatamente uniti a sostenere la propria nazione contro le altre.
Avete mai sentito (e visto) parlare certi capi partito? Non vi sembrano (solo un po’ meno sgrammaticati e malvestiti) quegli allenatori sguaiati che sbraitano e si affannano per difendere la propria squadra e i propri giocatori, anche quando sono indifendibili?
Per non parlare poi delle seconde linee-assimilabili ai  ‘capitani’-o della ciurma.
Avete mai notato quanto i ‘fedelissimi’ dei partiti assomiglino ai ‘tifosi’? Stesso livello culturale o quasi, stessa cieca devozione irrazionale, stessa predisposizione ad atti insensati; o quasi.
Avete mai paragonato i commentatori politici a quelli calcistici? Stessa iracondia di chi si azzuffa per futili motivi; stessa flaccidia di chi parla di ciò che non fa.
Avete mai ascoltato e assimilato attoniti la banale e stucchevole retorica nazionalista di quando si ‘deve’ parlar bene della squadra del Paese, così come dell’intera Patria, salvo poi alla prima successiva occasione dividersi e tornare a scannarsi?
Avete mai stimato quali fiumi di soldi, sottratti a ben più nobili e colti impieghi (e a volte pure di chissà quale provenienza o destinazione), girino intorno all’uno come all’altro mondo?
‘La politica è una cosa sporca’ dicevano i vecchi per scoraggiare i giovani ad entrarvi. Forse perché non avevano ancora conosciuto il calcio ‘moderno’.
Che fortuna avere gli anticorpi per non esser contagiati dal tifo, né dell’uno né dell’altro tipo.

Il Conte, maggio 2016 – © Mozzafiato

Ufficio Stampa