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Perugino: un artista-imprenditore del suo tempo

Sarà in 420 sale cinematografiche dal 3 al 5 aprile  uno splendido docu-film che rende merito a uno dei pittori più importanti del Rinascimento in occasione del  500.mo anniversario della sua morte .

Obiettivo del documentario è proprio quello di ridare a Perugino il giusto posto nella storia nell’arte, mettendone in luce le novità, i caratteri salienti della sua pittura , spesso fonte di ispirazione per altri artisti a lui contemporanei, tra cui lo stesso Raffaello.

Autore di tele con soggetto prevalentemente religioso  (e perciò non bruciate durante il periodo del Savonarola…) quest’ anno viene celebrato anche in una mostra alla Galleria Nazionale dell’Umbria, a Perugia, con due sale a lui interamente dedicate.

La critica del Vasari nei suoi  confronti fu sempre molto negativa: è  Marco Bocci, nella sua veste di narratore del film, a citare e commentare alcuni dei brani più salienti tratti dal suo celebre libro sulle vite dei grandi artisti.

Invidia? Antipatia ? Non lo sapremo mai. Certo è che Perugino non era un “poveraccio” come lo descrive il Vasari (suo padre produceva vino) ed ebbe  poco più che ventenne la capacità imprenditoriale di  aprire due botteghe d’arte , una a Perugia  e l’altra a Firenze  , in grado di portare avanti decine di opere per molti committenti in contemporanea: lui passava da una bottega all’ altra per preparare i cartoni  e dare forma e colore a Madonne dai volti soavissimi ( che erano il ritratto della sua adorata moglie) e ai paesaggi che sempre ricordavano l’ubertosa sua Umbria –  in cui  ebbe i natali verso la metà del ‘400 – e le rive del lago Trasimeno.

Perugino “L’Adorazione dei Magi”

I suoi quadri destinati alle chiese sono di  straordinaria bellezza e armonia e vengono presi a modello da moltissimi pittori a lui successivi, inaugurano un nuovo corso nell’ arte visiva, un po’ come era successo nel ‘300 con Giotto. Della sua pittura colpisce la capacità di far parlare i soggetti dei suoi quadri attraverso la gestualità , quasi in una danza silenziosa; colpiscono  le proporzioni e l’ armonia delle figure rappresentate, ma ancora di più la capacità che esse hanno di dialogare con il paesaggio e con le architetture magnifiche che Perugino si inventa .

A inizio ‘500  sulla scena si affacciano talenti come  Raffaello, Leonardo e Michelangelo e Perugino capisce che la sua arte non è più percepita come  innovativa, . Le loro invenzioni oscurano la fama del Perugino che, negli ultimi 20 anni della sua lunga vita, è costretto a ritirarsi nella sua Umbria dove dipinge capolavori come “L’Adorazione dei Magi” di Città della Pieve e “Il Martirio di San Sebastiano” di Panicale. Muore durante l’epidemia di peste nel 1523 a Fontignano, con il pennello ancora in mano.

La sua grandezza artistica , finalmente non deformata dal giudizio del Vasari, ora è per tutti limpida  e capace di emozionarci come 500 anni fa.

Marina Furlanis, aprile 2023 – © Mozzafiato

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