Con un viaggio in treno nella Spagna odierna, Jean-Claude Carrière, celebre sceneggiatore di Luis Buñuel e tanti altri registi, ci conduce alla riscoperta dei luoghi di Francisco José de Goya in uno splendido docu-film diretto da José Luis López-Linares .
Il film sarà nelle sale cinematografiche il 6, 7, 8 marzo, dopo essere stato presentato al 75. esimo Festival di Cannes. In essi rivediamo la casa natale a Fuendetodos, un piccolo paese in Aragona e ripercorriamo le tappe della sua lunga carriera (morì a 82 anni a Bordeaux), visitando cattedrali da lui affrescate ma anche ripercorrendo sale di musei che ospitano i suoi capolavori.
Jean Claude Carrière accosta Luis Buñuel a Goya, entrambi aragonesi, capaci di carpire dalla realtà il lato brutale ma anche la sensualità.
Goya fu un eccezionale ritrattista, celebrato pittore della corte spagnola, narratore acuto e spietato osservatore dei vizi, dei paradossi umani.
Tutti conoscono i suoi capolavori, dalle 2 Maya del Museo del Prado a Madrid: quale preferisco? – si chiede J.C. Carrière – entrambe seducenti, hanno lo stesso sguardo e ti guardano dritto negli occhi… impossibile scegliere!
E poi le celebri “Pinturas nigras” , 14 opere murali tra le opere più strane e tormentate del pittore , ma che lui volle sempre davanti ai suoi occhi nella propria abitazione nei pressi di Madrid.
Moderno ante litteram: la pittura di Goya non a caso è fatta di colori che sembrano “gettati sulla tela” , sicuramente Van Gogh vide i suoi quadri , riprodotti e si ispirò ad essi , quasi in un dialogo tra epoche diverse.
Goya oltre che pittore fu incisore, inventò tecniche nuove per questa difficile arte e fece veri capolavori: i “Capricci” in cui indaga i temi della follia, della stregoneria e degli incubi più inconsci , ma anche “I disastri della guerra” , scene raccapriccianti che sembrano tratte dai telegiornali a cui siano da tempo abituati.
E’ vero, fu un pittore di corte, ma era attratto dalla povera gente che gli ricordava le sue umili origini: forse i quadri che più ci conquistano sono le scene di vita agreste, le feste di paese dove nessuno si “ mette in posa” , insomma un pittore moderno che nella sua lunga vita fu testimone della Rivoluzione francese , della Restaurazione e del declino inesorabile delle nobiltà .
In un’epoca attraversata dall’ Illuminismo, Goya fu un vero illuminista, dotato di un’immensa cultura e curiosità che ritroviamo in tante sue opere.
Alcune sue opere sono come schermi cinematografici, non sono opere da cavalletto e vennero riprese da molti registi. tra cui lo stesso Bunuel (Il fantasma delle libertà) e Carlos Saura.
Nel 1792 la sua vita cambio in modo tragico: a Siviglia in seguito a un malore perse l’udito e il silenzio in cui fu avvolto fino alla sua morte nel 1828 diede una svolta anche al suo modo di dipingere, con colori più cupi , come a testimoniare uno stato d’ animo sofferente, ma la sua pittura non smette di sedurci e di trasmetterci una modernità stupefacente.
Marina Furlanis, marzo 2023 – © Mozzafiato