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MODIGLIANI…FINO ALL’ ULTIMO RESPIRO

Artista da sempre etichettato come “maledetto” dedito all’ alcool, alle droghe e al sesso: un’immagine che questo docu-film supera, ribaltandola completamente.

La sua grandezza artistica si è mostrata al mondo per meno di due decenni, un po’ come è successo per Raffaello. A differenza del grande artista urbinate morì in miseria , dopo anni di sofferenze a causa della tubercolosi.

Nel centenario della morte, avvenuta a soli 36 anni, Nexo film ci propone questo film, firmato dalla regista Valeria Parisi, che sarà in 340 sale cinematografiche il 12-13-14 ottobre , prima di essere esportato in tutto il mondo.

Jeanne Hébuterne

La voce narrante è quella della giovane moglie Jeanne Hébuterne che visse con l’artista gli ultimi tre anni , un rapporto intenso di arte ed amore, generando due figli: attraverso questo dialogo immaginario ripercorriamo la sua vita e soprattutto il suo voler vivere fino all’ ultimo respiro la sua arte e la sua vita.

Fin da piccolo colpito dal tifo, lascia Livorno ventunenne nel 1906 e a Parigi incontra Picasso, Brancusi, Matisse, Chagall , Soutine nella Ecole de Paris : rivediamo in film d’epoca scorci della Parigi di inizio secolo scorso, poi ripresi dalla regista ai nostri giorni: alcuni quasi inalterati, tra cui un atelier in cui Modì lavorò , altri completamente stravolti o scomparsi.

Affascinato , come Picasso, dall’arte africana, si lascia sedurre dal “primitivismo” che caratterizzerà sempre le sue pitture e sculture: dei soggetti che ritrae cura i lineamenti e non gli interessano i particolari realistici.

I suoi volti senza pupille esprimono la ricerca di ciò che è dietro lo sguardo , all’ interno del soggetto che è ritratto. La bellezza essenziale, spogliata di tutto incanta lo spettatore.

I suoi nudi vengono giudicati scandalosi e rimossi dalla mostra personale che fa a Parigi nel 1917, mostra in cui vendette solo 2 disegni per 30 franchi…

Morto povero, tutti i suoi amici artisti organizzano per lui un trionfale funerale. Subito dopo suo atelier viene disperso e improvvisamente è come se il mondo si rendesse conto della sua grandezza artistica: le sue quotazioni salgono alle stelle, i mercanti d’arte come avvoltoi ed i falsari cominciano a lavorare .

Nel film conosciamo anche un “falsario illustre” J.Myatt, arrestato nel ‘95, uno dei tanti che hanno riprodotto le sue opere sfidando i critici e periti di tutto il mondo, come ben sappiamo.

Impossibile non ripercorrere il falso ritrovamento delle tre sculture nel porto canale di Livorno con una simpatica intervista ad uno dei 3 autori della beffa, ora stimato oncologo.

Resta di lui un’ immagine affascinante e piena di rimpianto per un genio che non fu capito e che portò su di sé il peso della malattia e una immensa sete di vita.

 

Marina Furlanis, ottobre 2020 – © Mozzafiato

Ufficio Stampa