A volte gli ordinari reticoli spazio-temporali deflagrano in un racconto di pura stupefazione.
E’ questo il caso del nuovo romanzo di Baldassarre Aufiero, dopo 14 anni di attesa dal precedente “Le nostre scarpe i nostri occhi”.
Un viaggio dal convento di Santa Maria delle Grazie, ad un mökki finlandese, fino agli spazi interstellari, che inizia nel periodo della Controriforma per sperdersi nei millenni futuri.
L’enigma nato dal fatto che i frati conventuali distrussero la parte inferiore della figura di Cristo al centro dell’Ultima Cena di Leonardo è l’occasione per seguire il percorso, fisico ed interiore, di un assassino, alla ricerca di una connessione con la natura e di un ordine ai dubbi della sua esistenza.
Il tutto in una prosa scorrevole e forbita, con incursioni filosofiche e teologiche ma senza ridondanze, lontana dalla paccottiglia millenaristica che ha straziato negli ultimi anni l’opera leonardesca.