DUE NATALIZIO:
Primo mito da sfatare: “a Natale si è tutti più buoni”: le topine sono avverse-almeno ai neoclassici neoromantici-con distribuzione pressoché uniforme durante tutto l’anno. E soprattutto non sono-né dovrebbero essere-benefattrici.
DUE DEL DÌ DI FESTA:
Secondo falso luogo comune: “durante le feste si risulta di più”: semmai si prendono più Due dipicche poiché più intensa è l’attività di ricerca,sia attiva sia passiva. Non vi sono giorni più sbagliati-in quanto più banali e sfruttati-per riuscire a sedurre ragazze che quelli delle ‘feste comandate’, domeniche comprese; ..evviva i bei lunedì feriali di novembre,quando i più sono dediti ad altre attività o al riposo e dunque le ingiustificate difese preconcette delle donne sono più basse.
Per aver successo in questa attività ci vogliono tempo e denaro(e il loro congiunto spazio), nonché la poca concorrenza; le altre qualità/doti sono solo accessorie. Il supplemento di risulto si ha-forse-durante le vacanze,che sono un’altra cosa; durante le vacanze,guarda caso, si hanno più tempo, spazio e soldi.
DUE SILVESTRINO:
Terza leggenda: “quello che si fa a Capodanno (ed in particolare quella cosa lì), si fa tutto l’anno”: se fosse vero, molti sarebbero ancora vergini a quarant’anni! Ma quasi tutti vogliono rispettare il rito e finiscono per accoppiarsi-poco e male-con persone improbabili che in un altro giorno non avrebbero neppure salutato; o per millantare spudoratamente inverosimili conquiste.
DUE EPIFANICO:
Questa volta l’adagio-rettificato-regge sufficientemente: “l’Epifania tutte le speranze porta (via)”. Vane speranze che vanno, di risultare durante le feste; balde speranze che vengono, di risultare nell’anno che si apre.
Detto anche DUE RIPESCONE poiché è quello che si prende quando si cerca in extremis di rimediare qualcosa prima che finiscano le feste, passate infruttuose. Due inesorabile, poiché l’atteggiamento di chi si propone è-anche inconsapevolmente-quello del “piuttosto che niente…“ che viene immediatamente percepito e sanzionato; un po’ come quello di chi poco prima della chiusura si offre alla più bruttina del locale, dopo averla snobbata per tutta la serata.