Alzi la mano a chi non piace Caravaggio, verrebbe voglia di chiedere…
Il bellissimo film documentario , diretto da Francesco Fei e con la voce narrante di Sandro Lombardi , sarà in 370 sale italiane nei prossimi giorni (27-28-29 maggio) .
All’inizio siamo nel cuore di Milano ( dove Caravaggio nacque nel 1571 ) ad assistere ad alcune fasi dell’ allestimento della mostra “Dentro Caravaggio” a Palazzo Reale, svoltasi qualche mese fa : alcuni suoi capolavori vengono estratti dalle casse utilizzate per il trasporto ed esaminati accuratamente prima dell’ esposizione .
Artista spregiudicato , capace di rappresentare le cose per come sono, senza retorica , ebbe un periodo in cui fu quasi dimenticato e infine riscoperto da Roberto Longhi , celebre critico d’arte del secolo scorso.
Sappiamo tutto sulla sua vita avventurosa e violenta , ma il film non si sofferma su di essa bensì sulle sue opere , quelle che ci hanno fatto innamorare per la sua idea moderna del corpo, un corpo vero, che si mostra nella sua fisicità , con le sue rughe e con i suoi difetti.
“Cervello stravagantissimo” lo definisce un cardinale suo mecenate che lo accoglie a Roma dopo l’infanzia in Lombardia , orfano di padre a 6 anni a causa della peste . Sarà proprio la Chiesa a commissionargli tele enormi e possenti che ancora oggi stupiscono per la loro carica innovativa.
Dipingeva dal vero , facendo entrare da un lucernario fasci di luce che andavano a colpire corpi e volti di gente del popolo , spesso prostitute o vecchi.
Alcuni suoi quadri spariscono ben presto dagli altari perché giudicati indegni, troppo volgari , con figure troppo vere e scandalose.
Che dire dei piedi sporchi in primo piano del pellegrino nel quadro “La Madonna dei pellegrini” in cui la Vergine è una popolana che si affaccia su un portone scrostato ? Noi restiamo ammirati perché i piedi di un pellegrino , come quelli di tanti migranti del nostro tempo sono proprio così e così li rappresenta Caravaggio suscitando scandalo.
Milo Manara ne è convinto : se Michelangelo Merisi fosse vissuto oggi avrebbe fatto cinema, dato che organizza i suoi quadri come set cinematografici in cui mai i personaggi sono immobili ma compiono azioni che ci trasmettono il senso del movimento stesso .
Oppure farebbe il fotoreporter realizzando servizi fotografici, che testimoniano le contraddizioni del nostro tempo.
Grande Caravaggio! La potenza dei tuoi quadri supera ogni commento.
Marina Furlanis, maggio 2019 – © Mozzafiato