Parliamo? Questo è lo slogan che si è diffuso in tutte le piazze spagnole dopo il referendum per l’indipendenza della Catalunya.
La gente comune inneggiava ad un dialogo a seguito dei fatti avvenuti durante il giorno delle elezioni. Quel giorno numerose persone che si erano recate a votare erano state caricate e ferite dalla Guardia Civil.
Nella serata di ieri CarlesPuidgemont, presidente della Catalunya, si è presentato al parlamento di Barcellona e nel suo discorso al popolo ha enunciato tali parole : “Costituiamo la Repubblica catalana, come Stato indipendente e sovrano, democratico e sociale”, ed inoltre affermato: “La nazione catalana, la sua lingua e la sua cultura hanno mille anni di storia”. Sul finire del discorso ha poi informato l’Unione Europea della proposta di negoziati con la Spagna.
E Il governo centrale di Madrid? Ieri è stato a guardare ma oggi si esprimerà. L’esito del voto è ritenuto incostituzionale, ma il popolo si è difatti espresso ed i catalani non sembrano voler tornare sui loro passi.
Intanto sedi di grandi aziende fanno i bagagli e lasciano Barcellona e dintorni.
L’Unione Europea trema di fronte ad una possibile divisione della Spagna dopo la questione Brexit. Sarebbe interessante analizzare se gli attentati sul suolo europeo abbiano contribuito a sortire questo effetto.
Di fatto c’è però una spaccatura tra popolo e governo e, come diceva Benjamin Franklin:
“Quando il governo teme il popolo, c’è libertà. Quando il popolo teme il governo, c’è tirannia”.