A cinquant’anni dalla morte avvenuta il 27/08/65 che dire in poche righe di Le Corbusier?
Che ha rivoluzionato l’architettura moderna?
Forse alcuni non lo vorranno ammettere ma nel “DNA” degli architetti che gli sono succeduti c’ è tanto del suo pensiero e del suo genio.
Penso al Modulor e mi viene in mente un’ architettura a “misura d’uomo” , anche il sostantivo “modulo” che è ad esso collegato è diventato una della parole più pronunciate da ingegneri ed architetti.
Penso alle “Unité d’ habitation” in cui tanti “pieds noir” francesi di origini algerine hanno abitato a Marsiglia e mi viene in mente Aimonino e le sue case utopiche costruite al Gallaratese con Aldo Rossi , il tentativo di creare una comunità con ballatoi comuni, vie interne , piazze in cui condividere momenti di quartiere.
Penso ai suoi mobili, ai suoi grattacieli…. Un genio che ha saputo fare di tutto , iniziando a progettare e costruire a 18 anni . Per lui è lecito citare lo slogan “dal cucchiaio alla città”, dal design alla metropoli.
Spesso sogni non realizzati o aspramente criticati ma che non hanno lasciato indifferenti gli addetti ai lavori e l’opinione pubblica mondiale, quando Internet non esisteva e le idee correvano meno velocemente di oggi!
Di lui rimane proprio questo. La capacità di pensare “altro”, sfondare barriere che secoli di buona e sana architettura convenzionale avevano eretto; Corbu fu capace di produrre una nuova “forma mentis” in ciascun progettista.
Suoi sono i cinque pilastri dell’ architettura moderna: i pilotis, la pianta libera, il tetto giardino, la facciata libera e le finestre a nastro.
Certo non è stato il solo a intraprendere questa affascinante avventura dell’ architettura moderna ma sicuramente tutti gli dobbiamo qualcosa .
Ciao Corbu!