Fermo Immagine.
E’ vestito di nero, camicia bianca, terrà la stessa mise per tutti e tre i giorni di permanenza a Lucca. Un armadio – immaginiamo – tanto ‘monotono’ quanto al contrario il suo estro cinematografico è geniale e irraggiungibile, capace di inerpicarsi su per vette e sentieri boscosi, inesplorati da anima viva.
Io la bambina giornalista guardo l’uomo e l’icona, David Lynch, l’Omero greco che ho sempre sognato, e pazienza che sia nato nel Montana (Usa) lassù, nel paese di molto lontano. Si trova in Toscana per la prima volta, ospite del decimo film festival locale: confesserà un amore tenero e struggente per porte, infissi e scuri, di legno, “quel legno puro, liscio, espressione dell’artigianalità italiana, una sensazione introvabile nelle città americane di oggi”. Grazie David. All’angolo della via, nel centro città, c’è un capannello di gente vicino a lui, ma si nota solo il regista americano. Rayban wayfarer, capello biondo di quella tinta ossigenata che è diventata un suo marchio, si concede una sigaretta, un po’ appartato. Non fa nulla in quell’istante, ed è tutto. E’ cinema-cinema, in quell’irripetibile momento. Sembra un Re nero, uscito da un mazzo di poker, in una partita giocata da tre nani, un coniglio bianco e l’agente Dale Cooper di Twin Peaks.
Non c’è vincitore, ma un Dominus sì, in quel quadro improvvisato. Il bagliore del Sole lo trafigge e crea un taglio di luce già vibrato e soffuso in un metro di celluloide. Scenografico come nessuno, è una figura dei suoi film, una Lost Vision, come la mostra che c’è da queste parti in anteprima italiana, perduta e recuperata. La più interessante. E Lucca è il suo assolato set.
A dark optimist.
E’ la definizione calzante che ho trovato scritta da qualche parte, sì egli è così. Si trovano tracce del suo buio inconscio in ogni foto e litografia presente nel nuovo Archivio di Stato, in una esposizione impregnata di lui, in ogni schizzo di colore, in ogni sbavatura di nero e bianco in cui ha fissato il tempo sospeso degli attori, dilatati lo spazio di un frame. Ma ci sono anche le 16 fotografie della serie Women and machines, simboleggiantiil potere evocativo, creatore e seducentedella donna, scattate nell’autunno-inverno 2013 nell’atelier Idem di Parigi, dove si sono espressi Picasso, Braque, Matisse e Chagall.
Potere del David.
Ora anche lui può fregiarsi di appartenere a quella ristretta cerchia di eletti. Cosa della quale io, scribacchiante in giro con passione, non ho mai dubitato. Vedo il bello quando c’è e non mi ci è voluto molto da piccola per coglierlo in quella maschera di orrore che era The Elephant Man. Un dramma della solitudine nel senso vero, tuttavia così potente esteticamente, oltre che nella terribilità della sua tragedia. Da allora – lui non lo sa, o forse sì – David è sempre stato ‘con me’, in sottofondo, e non avevo bisogno di cercarne notizia sui giornali, perché un istinto cieco ma infallibile mi guidava a scoprire le sue nuove uscite.
Quando l’ho amato e quanto lo amo ancora.
“È proprio lui, è vero?” Mi si chiede. Sì, è LUI. E’ venuto a Lucca per presentare la fabbrica dei sogni in una lezione, per essere premiato, per meditare. In un luogo ameno e verde come piace a lui. Durante l’incontro con noi reporter ha affermato di essere felice e in una condizione di beatitudine che gli derivano da questa fantastica scoperta che è la meditazione trascendentale. Medita da oltre 40 anni. Ma aveva già in sé la scintilla del genio. Che cosa significa? Significa una risposta che viene nel suo discorso, e se ne distanzia allo stesso tempo. Noi siamo unici e portatori di talenti, talvolta immensi, che attendono solo di essere scoperti. Eppure, proprio in virtù di questa unicità, alcuni fra noi eccellono. Prima e meglio. Nulla di male. Perdonami, quindi, Omero di Missoula, se penso che la fucina creativa di cui parli non venga solo dal raccoglimento in se stessi.
Intanto tu parti, sull’asse TOSCANA – BOLOGNA, dove gli studenti ti attendono per una lezione a porte chiuse. Sono gelosi, lo sarei anche io. Lo sono stata in quell’attimo in cui ci siamo avvicinati.
Cronaca.
Ah, Lynch è nato lo stesso giorno di Fellini, il 20 gennaio. Potere del DAVID
Lara Ferrari, ottobre 2014 – Mozzafiato Copyright
Foto di Lara Ferrari – Riproduzione riservata.