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LA CERTEZZA DEL PREZZO

L’avevano già capito i fratelli Bocconi quasi un secolo fa con i loro Magazzini a Prezzo Fisso (poi La Rinascente): il prezzo deve essere noto e immodificabile. Il cliente può solo decidere se comprare o no.
Allora il motivo era eliminare il continuo mercanteggiare fra le parti, fonte di ormai anacronistiche perdite di tempo, nonché di inefficienze dovute all’arroganza,alla pazienza,allo stato di bisogno di ciascuno.
Oggi l’esigenza è ancora più pressante; l’incertezza del prezzo è diventata ancor più subdola: per moltissimi beni e soprattutto servizi vi è ormai una giungla di prezzi diversi a seconda di promozioni, tempi di acquisto, periodi dell’anno, fidelizzazioni, prenotazioni, vincoli e limiti capestro, tanto che non si sa più quale sia il prezzo ‘normale’ di un prodotto, anzi, direi che non v’è nemmeno più: dove sopravvivono i listini, hanno un valore soltanto formale ed un’affidabilità nulla.
Peraltro spesso non si sa nemmeno più quale sia il prezzo finale, talmente tante sono le clausole accessorie e le possibili opzioni; figurarsi la fatica di confrontarlo con tutte le altre ricombinazioni, ammesso che sia possibile e che vi si riesca.
Per non parlar poi dei canoni e degli altri costi fissi, che per definizione vanificano e scoraggiano l’efficienza e la parsimonia nei consumi.
Gli esempi, dalle tariffe telefoniche a quelle aeree (passando per le mille altre), sono noti a tutti. In una cabina d’aereo a volte non vi sono neppure due passeggeri che hanno pagato lo stesso prezzo; e più d’uno non avrà pagato affatto.
Potenza del marketing, portatore spesso di scarsi ed illusori vantaggi per pochi e di molti e concreti svantaggi per tutti gli altri; nonché invece di lenti ma inesorabili forti guadagni per i venditori.
Si noti che quella in oggetto differisce dalla tecnica nota come “discriminazione del prezzo”, che consiste nell’applicare prezzi diversi a consumatori diversi sfruttando la differente disponibilità a pagare per prodotti molto simili (si pensi alle ‘”classi” dei trasporti, ad esempio). È una pratica ancor più subdola, poiché si applicano prezzi diversi allo stesso bene e persino allo stesso consumatore, a seconda del momento di acquisto, ad esempio.
Come si può impedire tale prassi? Non si può, dato che i prezzi-per fortuna-sono liberi, salvo frodi (e ci si potrebbe chiedere semmai se questa non lo sia).
Ancora una volta solo l’etica può arginare il fenomeno; quella del venditore (sulla quale conterei poco) e quella del compratore (ben più realistica), che lo allontani dai prodotti a prezzo variabile a favore di quelli-che pur ancora vi sono-a prezzi certi, fissi e chiari. Speranza anche qui però assai vana, dato che i grandi numeri del consumo di oggi sono ormai acquirenti usi a vivere di promozioni e altri raggiri, illudendosi pure di trarne vantaggio.

Il Conte, dicembre 2017 – © Mozzafiato

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