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“CONDENADME, NO IMPORTA, LA HISTORIA ME ABSOLVERÁ”

A Cuba, paese di musica e risate chiassose, la sera del 25 novembre 2016, un grande silenzio ha spazzato via l’aria giocosa che da sempre caratterizza e distingue l’isola più grande dei Caraibi.

Raul Castro, attuale Presidente del Consiglio di Stato,  attraverso le reti televisive nazionali, con un breve comunicato ha dichiarato il decesso ufficiale del Líder Máximo Fidel Castro Ruz, avvenuto alle 22:29 (ora cubana).

La sua morte coincide con l’inizio della sua storia, 60 anni fa infatti, insieme ad un gruppo di 82 rivoluzionari aveva intrapreso la sua battaglia, partendo da Messico col famoso yacht Granma per abbattere la sanguinaria dittatura di Fulgencio Batista.

Castro aveva 90 anni, e da tempo la sua salute aveva cominciato a peggiorare, tanto da allontanarlo tra il 2006 e il 2008 dalle scene della sua tanto amata vita politica.

La salma è stata cremata la mattina del 26 novembre, per volere dello stesso, mentre il funerale si terrà a Santiago de Cuba, nel cimitero di Santa Efigenia, il 4 dicembre 2016, dove avrà luogo una grande cerimonia alla quale parteciperanno note figure pubbliche a lui legato, come il suo eterno amico José Armando Maradona che ha dichiarato: “per me è stato come un padre”.

Nel paese è stato proclamato il Lutto Nazionale per 9 giorni, durante la settimana si svolgeranno funzioni commemorative, le bandiere saranno a mezz’asta e trasmetteranno (sia in radio che in televisione) solo programmi d’informazione, storia e ricordi di quel vecchietto con la barba bianca che, da solo, lottava e teneva testa a quel vicino gigante a stelle e strisce.

Da tutto il mondo sono arrivati presto i sentiti messaggi di cordoglio, da Putin a Mattarella da Papa Francesco a Obama e altri, in cui esprimevano la loro vicinanza al popolo cubano.

Non sono mancati all’appello gli anticastristi che, specialmente a Miami, hanno accolto la triste notizia come un evento da festeggiare.

Hanno dimenticato che col loro atteggiamento non hanno mancato di rispetto solo a Fidel, ma sopratutto ai milioni di bambini che, grazie alla politica sociale dell’isola caraibica, oggi sono ancora vivi: perché la medicina a Cuba è gratis.che

Vengono salvati i bambini, anziani che in altri paesi vivono sotto i ponti, a Cuba invece, hanno una casa e alimenti mensili finanziati dallo stato: perché Cuba è un paese “povero”, ma NESSUNO MUORE DI FAME.

I giovani cubani hanno diritto allo studio ed è concesso a tutti, perché la cultura è un bene comune, Cuba è il secondo paese al mondo con un tasso di alfabetizzazione vicino al 100%.

Il primo impegno che Fidel a 33 anni decise di intraprendere era di abolire l’ignoranza.

Il rovescio della medaglia c’è.

Di certo anche Fidel ha commesso degli errori durante il suo regime rivoluzionario, ma, come diceva José Martí:

“Il sole ha macchie. Gli ingrati non parlano se non delle macchie. I riconoscenti parlano della sua luce”.

Adesso Fidel è di sicuro in un posto migliore di questo, e vogliamo ricordarlo così, vestito con la sua intramontabile divisa verde militare, fumando uno dei suoi tanti amati sigari, trasmettendo le sue eterne idee ai suoi cari compagni di battaglia, voltandosi (come soleva fare) di tanto in tanto verso Camilo a domandargli: «¿Voy bien, Camilo?».

Marianne Perez Lopez, novembre 2016  – © Mozzafiato

 

È forse vero che a Cuba non c’è il paradiso
che non vorremmo essere in Cina a coltivare riso
che sempre più spesso ci si trova a dubitare
se in questi anni non abbiamo fatto altro che sognare.

(Eugenio Finardi, Cuba, 1978)

Quando ho letto l’articolo di Marianne, mi sono ricordato di un discorso di Fidel che fece scalpore per la veemenza e la sua forza comunicativa.

Il discorso tenuto a Roma nel 1996, in occasione del Vertice Mondiale sull’Alimentazione FAO.

Durante la conferenza Fidel sottolineava, con parole di grande spessore e una filosofia visionaria, gli errori che stavano compiendo le potenze mondiali nei confronti dei poveri e della Natura, con politiche di distribuzione ineguale delle ricchezze e di assenza di misure reali contro la desertificazione, l’impoverimento del suolo e il riscaldamento dell’atmosfera.fidel-castro-roma_cymima20161126_0007_16

Ma la frase che pronunciò e che ancora oggi è rimasta impressa nella mia mente è la seguente:

“Quale tipo di soluzione cosmetica andremo ad applicare per avere tra venti anni 400 milioni di affamati invece di 800? Questi obbiettivi sono, per la loro modestia , una vergogna”.

Si, forse è vero che a Cuba non è mai esistito il paradiso, come cantava Finardi, ma la propensione a operare per un mondo migliore, si.

Baldassarre Aufiero, novembre 2016  – © Mozzafiato

Ufficio Stampa