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“Razzismo? No, Brutalità”

Ultimamente i casi di “razzismo” sono sempre più presenti nelle pagine dei quotidiani. Che sia in Italia, in America o a Dacca l’uccisione di queste povere vittime ha un comune denominatore: il razzismo.

Giovedì 5 luglio 2016, a Fermo (Marche), è avvenuto un tragico evento in concomitanza con quello accaduto negli USA, tutto a sfondo razziale. Il giovane nigeriano Emmanuel Chidi Namdi di 36 anni ha, ingiustamente, perso la vita in una lite mentre difendeva la moglie dagli insulti razzisti provocati da Amedeo Mancini: noto in paese per il suo carattere esplosivo, violento e per i ripetuti  casi di razzismo in cui è sempre coinvolto. Emmanuel e la moglie Chinyery sono venuti in Italia, scappando proprio dal razzismo, dai criminali di Boko Haram (organizzazione terroristica jihadista, diffusa nel nord della Nigeria) che hanno ucciso la loro piccola figlia di soli 2 anni.

Entrambi cercavano di “rifarsi” una vita, in un paese come l’Italia che non è razzista. Mancini (ancora in carcere) ammette di aver insultato la moglie ma sostiene che non aveva intenzione di ucciderlo, dichiarando anche di voler lasciare parte dei suoi beni alla vedova. La dinamica dei fatti è tutt’ora incerta, l’unica certezza è che un uomo, ha perso la vita per colpa (diretta o indiretta) di un altro uomo, alimentato da ideali in cui l’ignoranza e la mancanza di civiltà fanno da padrone. Non bastano, purtroppo, i beni materiali per riportarlo in vita o per cercare di colmare il vuoto che la sua assenza sta causando alla moglie, che aveva solo lui al mondo. Il funerale della vittima si è svolto domenica alle 18 nel Duomo di Fermo.Bold

Al funerale, oltre al presidente del consiglio regionale delle Marche Antonio Mastrovincenzo, a rappresentare il Governo italiano erano presenti: Maria Elena Boschi Ministro per le Riforme Costituzionali e la Presidente della Camera Laura Boldrini (entrambe del governo Renzi). La loro presenza, da alcuni quotidiani, è stata per certi versi criticata e ritenuta poco coerente, in quanto, durante i funerali delle vittime italiane a Dacca non era presente nessuna rappresentazione del Governo italiano. Il Governo ha il dovere politico, morale e civile di essere presente al funerale di Emmanuel, per dimostrare che gli italiani, non sono razzisti, che l’Italia  non tollera la cattiva condotta di un proprio cittadino e, che questo  ricada sul resto del popolo.

Ma forse, una rappresentazione del Governo anche al funerale delle vittime italiane di Dacca sarebbe stata non solo opportuna, ma anche doverosa.

È una vergogna che la parola “razzismo” sia ancora utilizzata, ma è ancora più vergognoso vedere il finto buonismo e l’ipocrisia della gente che davanti ad un caso simile sono pronti a puntare il dito, quando nel loro piccolo tutti dovrebbero fare i conti con la propria coscienza, come lo stesso Papa Bergoglio ha detto: “FARE opere buone, non dire parole che vanno al vento, ma agire”.

“Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli.”

 (Martin Luther King)

Marianne Perez Lopez, luglio 2016 – © Mozzafiato

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