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Lo Sbarco sulla Luna

 

Erano già tre settimane che ci trovavamo a Borniga, nell’Alta Valle Argentina, a scavare una grotta abitata dagli uomini preistorici, in ligure l’Arma du Mamelu, e mancava una settimana alla fine della campagna di scavi: nella seconda settimana avevamo rinvenuto un focolare e sotto di esso avevo trovato una selce che per fattura e lavorazione doveva appartenere al Paleolitico Superiore.

Nonostante la bellezza di una vacanza “archeologica” e l’impegno degli scavi il 19 luglio 1969 interruppi la permanenza per tornare a casa in autostop.

Luna 2Arrivato dopo un sonno ristoratore di poche ore ci incollammo davanti al televisore a seguire in diretta lo Sbarco.

Fu un’emozione intensa vedere Armstrong titubante mettere un piede dopo l’altro lungo la scaletta, indugiare molto prima di calcare il suolo lunare, fatto di regolite, mentre il gracchiare della radio diceva quelle cose al momento poco comprensibili, ma bene interpretate.

Trovai estremamente normali quelle parole “Un piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l’umanità” e anche foriere di grandi sviluppi e di una nuova epoca.Luna 3

Quello di quarantacinque anni fa non fu l’unico sbarco: dodici uomini calcarono in tutto il suolo lunare.

Ma l’epoca spaziale preannunciata non conseguì. Non mi posso qui dilungare sui motivi. Con somma sorpresa quindi più di vent’anni dopo circa mi imbattei su internet nei primi forum negazionisti. Anzi le nuove generazioni all’apparenza non avevano alcuna risonanza sull’argomento.

Dapprima si basarono sulle foto: “come non vedete che le stelle non si vedono? il cielo nero è uno sfondo di scenario teatrale”. Questa strana accusa denotava non conoscenza dell’ambiente lunare: sulla Luna senza una atmosfera molto densa quale quella della Terra non c’è diffusione della luce, per cui quando si fa una foto il tempo di scatto non è sufficiente a raccogliere la luce puntiforme, per le enormi distanze, delle stelle e lo sfondo risulta buio, senza luce, privo di stelle. Avrebbero dovuto tenere l’otturatore aperto per molte decine di minuti a scapito della ripresa nitida delle persone e degli oggetti vicini.

Poi cominciarono le incongruenze sulle fotografie: in effetti qualche decina d’anni dopo la NASA stessa si scusò perché erano state davvero usate in certi casi e diffuse foto precedenti allo sbarco reale che rappresentavano l’allenamento degli astronauti. Poi a sostenere che se l’Aquila si fosse posata sulla Luna con telescopi da Terra si sarebbe dovuto vedere la parte che era rimasta come piattaforma di lancio con la bandiera. Giusto la bandiera. Venne usata come prova il fatto che appunto sulla Luna non essendoci il vento, la bandiera non avrebbe dovuto sventolare.Armstrong19690720

In effetti dalla foto statica sembra che stia sventolando, ma in alto si vede bene che c’è un’asta orizzontale, cosa non necessaria sulla Terra, ma importante sulla Luna se no non sarebbero riusciti a dispiegarla. Inoltre meno di una ventina di anni fa sono stati diffusi dalla NASA i filmati relativi e si vede che la bandiera oscilla rigidamente a causa delle oscillazioni dell’asta verticale, ma le piegature si mantengono fisse e rigide, cosa che sulla Terra non sarebbe stato possibile, nel senso che una scena teatrale così grande sotto vuoto non è realizzabile. Dal 2003 ben due sonde lunari la Clementine e il Lunar Survey Orbiter hanno ripreso con i loro telescopi il sito dello sbarco, nella foto è alla fine della coda del piccolo dinosauro, e la piattaforma si vede bene, con la sua ombra, nonché la bandiera.

Inoltre c’è una prova che il grande pubblico conosce poco: Armstrong e Aldrin posarono a un centinaio di metri dallo sbarco un sismometro e insieme uno specchio catarifrangente capace di rimandare indietro sulla Terra un raggio laser sparato dalla Terra. Con questo strumento si può misurare la distanza Terra Luna con un errore di meno di 2 centimetri. Da allora la distanza è stata monitorata e i dati sono disponibili su internet. Se i due non fossero andati sulla Luna chi ce l’avrebbe messo? E poi le pietre lunari riportate dai due astronauti, che analizzate chimicamente hanno una statistica di abbondanze relative completamente diversa dalle pietre terrestri, una firma come quella del DNA che toglie ogni possibile dubbio scientifico. In realtà all’epoca nessuno avanzò mai l’ipotesi che il viaggio sulla Luna non fosse avvenuto.Luna 10

Il motivo è semplice: fin dal 1957 quando venne lanciato il primo Sputnik a Torino due fratelli, i Judica Cordilia, radioamatori, avevano costruito una antenna mobile ricevente capace di seguire i segnali, i bipbip, del satellite lungo l’orbita. Con gli anni i due fratelli si specializzarono e durante i voli verso la Luna erano in grado di seguire e rilevare la posizione della sorgente che trasmetteva via radio. La sorgente era un punto che viaggiava a velocità cosmiche dagli 8 agli 11 chilometri al secondo e nel nostro caso alla distanza di più di trecentomila chilometri, la distanza della Luna.

Aldrin00Le interviste ai due fratelli ad ogni lancio erano ormai una consuetudine di prammatica. Ma resta poi una testimonianza ancora più forte. La corsa alla conquista dello spazio stava avvenendo tra due contendenti, gli USA e l’URSS, i quali avevano la tecnologia per rilevare le posizioni telemetriche degli oggetti lanciati in orbita, sviluppata proprio per intercettare i missili nucleari intercontinentali, e nel caso proprio del viaggio dell’Apollo 11, la navicella venne seguita da un Lunik sovietico quasi in contemporanea. Quindi qualunque tesi di complotto per creare una bufala alla Capricorne One, il famoso film sul falso viaggio verso Marte, era priva di ogni fondamento materiale. Semmai la grande domanda è: perché non venne più proseguito il programma di conquista permanente della Luna?

Orleo Marinaro luglio 2014 – Mozzafiato Copyright

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